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Valentina Salamone, diciannove anni, fu trovata impiccata in una villetta di Adrano, alle porte di Catania, nel 2010. Tutto lasciava pensare a un suicidio e il caso stava per essere archiviato come tale. Ma i dubbi della Procura Generale e degli investigatori del RIS di Messina, guidati dall'autore di questo reportage, portarono alla riapertura del caso. I rilievi tecnico-scientifici e soprattutto gli esami del Dna hanno portato a chiudere il cerchio su Nicola Mancuso, l'adranita con cui Valentina avrebbe avuto una relazione. In primo grado, dopo un lungo e difficile dibattimento, l'imputato è stato condannato all'ergastolo. La sentenza è stata impugnata e si è aperto il processo d'appello. In questa opera, Romano non si è limitato a un resoconto dell'inchiesta che ha portato all'individuazione dell'imputato, ma lo ha fatto con un taglio molto personale, in cui trovano spazio le emozioni, i dubbi, il senso di giustizia che ogni investigatore sperimenta nel corso della sua vita. E così i dettagli puntuali sull'indagine si intersecano a relazioni personali, familiari e di lavoro, a stati d'animo: in poche parole, a tutto quello che si "muove intorno" a un caso così delicato, agli uomini, ai loro sentimenti. La scelta della narrazione in prima persona, inusuale per un libro di inchiesta, vuole proprio sottolineare e rende efficace (e leggibile con un coinvolgimento particolare) l'aspetto umano che si nasconde dietro indagini apparentemente "fredde".